Caffè letterario di Lugo. La Cattedrale sommersa
Hotel Ala D'oro. Via Matteotti, 56, 48022 Lugo di Romagna RA
“La cattedrale sommersa”
Introduce Maria Cristina Carile – Sarà presente l’autrice Silvia Ronchey.
IL PAESE DEI BIBLIOFAGI
“I libri di oggi per lo più si scrivono in meno tempo di quanto ne serve a leggerli, e poiché costano quello che valgono, durano in proporzione […] Troppi libri, buoni, cattivi, mediocri, escono ogni giorno, e necessariamente fanno dimenticare quelli del giorno prima. La sorte dei libri oggi è come quella degli insetti chiamati effimere. Alcune specie durano poche ore, alcune una notte, altre tre o quattro giorni. Ma sempre di giorni si tratta. […] Invece i libri degli antichi latini e greci, e anche quelli dei bizantini, che i moderni credono non servano a nulla, se fossero più divulgati attraverso buone traduzioni, e più nelle mani della gente comune, potrebbero orientare le mode, le opinioni, il modo di vivere molto più dei libri moderni”. Così scriveva, rispettivamente nel Dialogo di Tristano, nello Zibaldone e nel Discorso in proposito di una orazione greca di Giorgio Gemisto Pletone in morte della imperatrice Elena Paleologina, Giacomo Leopardi, autore di cui non solo una magnifica e vorrei dire complementare citazione campeggia a grandi lettere tra gli antichi corridoi dell’albergo Ala d’Oro di Lugo di Romagna, ma di cui lo spirito, per motivi non tutti ovvi o facilmente perscrutabili, aleggia sulle riunioni del suo Caffè Letterario.
Lo stupore e l’emozione che prendono lo scrittore che vi approdi, invitato a partecipare alle sue riunioni, a esplorare le stanze del suo hôtel littéraire, a girovagare per le sue strade e piazze, ravvivando la memoria degli antichi mercati estensi come quella (“plus haut, plus haut!”) di Francesco Baracca, circondato e quasi sopraffatto dall’ospitalità, dall’entusiasmo culturale e vorrei dire dall’appetito bibliografico dei suoi odierni abitanti, sono altrettanto difficilmente descrivibili. Agli amici che mi hanno chiesto dove fossi stata, nel fine settimana di fine aprile in cui ho fatto anch’io, come molti e più illustri scrittori prima di me, quest’esperienza, ho risposto: “Nel Paese dei Bibliofagi”. Un paese dove, per uno strano incantesimo, la sorte dei libri sembra essere più felice che nel resto del mondo attuale. Dove i libri degli antichi continuano a vivere, letti e riletti nelle case, recitati e ascoltati per notti intere nei giardini e nelle piazze. Dove, tra quelli dei moderni, gli abitanti sembrano dotati di uno speciale istinto a distinguere gli insetti effimeri dalle altre specie. Sarà l’aria salmastra che dal mare bizantino, l’Adriatico, soffia fin lì attraversando la bassa. Sarà che il borgo di Lugo, pur non selvaggio come quello natìo di Giacomo Leopardi, al contrario civilizzato ben più delle nostre grandi città storiche italiane, ha quiete stanze e vie d’intorno e orti, e sabati e di’ di festa come quelli che vi ho trascorso in amabile inerzia, che dispongono all’ascolto del tempo e a quell’unica forma universale di preghiera che è propria dell’anima occidentale: la lettura.
Silvia Ronchey
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