Silvia Ronchey

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L'anima del mondo

2001

James Hillman con Silvia Ronchey

Rizzoli

Cover L'anima del mondo

”La psiche come anima mundi, l’anima del mondo prima stoica e poi neoplatonica, esiste, ha scritto Hillman, ‘da quando esiste il mondo stesso, e quindi l’altro compito della psicologia è ascoltare la psiche che parla attraverso tutte le cose del mondo, recuperando in questo modo il mondo come luogo per l’anima e dell’anima’. Come ha scritto il poeta-filosofo americano Wallace Stevens, ‘è più difficile trovare la via attraverso il mondo che la via al di là del mondo’. In questo senso, dinanzi a qualsiasi discorso religioso e di fronte al rischio sempre presente di confusione tra psicanalisi e discipline spirituali, Hillman continuamente rivendica e puntualizza la sua specificità di psicologo, e cioè scrutatore e geografo del cammino terrestre della psiche, o suo, come scrive, patografo.” (Da “La passione di Hillman per l’anima”, postfazione di Silvia Ronchey)

“James Hillman, americano di origini viennesi, psicanalista, seguace di Jung, ha riportato al centro della psicologia e del pensiero contemporanei un’idea antica e universale, ma accantonata in Occidente nel corso dell’ultimo secolo: l’idea di ‘anima’. Eppure non è un mistico né un contemplativo: è un intellettuale lucidissimo che ha indagato in libri acuti e spregiudicati (fra i tanti, quello che ha recentemente conosciuto un successo mondiale, Il codice dell’anima) le radici e lo spirito della nostra civiltà. ‘E’ un occidentale scettico, è un iconoclasta’, come scrive Silvia Ronchey all’inizio di una conversazione che diviene ritratto e autoritratto del grande studioso e una riflessione ad alta voce sulla condizione umana. Che parli dell’anima che ‘ci sceglie per vivere la sua vita’ o del marxismo come terapia per un mondo in cui ‘gli economisti hanno assunto un ruolo che un tempo era dei prìncipi o dei preti’, della natura come organismo vivente, animato, parlante o dell’importanza del ‘senso dell’irrealtà’, Hillman scuote i nostri pregiudizi e illumina di un nuovo significato il mondo che ci circonda. Basti pensare alle pagine memorabili dedicate alla rinascita degli dèi pagani nelle strutture portanti della vita odierna: Marte nella violenza e nella velocità della televisione, Venere negli allettamenti della pubblicità, Mercurio, messaggero divino, nella rete che ci unisce ovunque siamo, Internet… L’anima del mondo, che si conclude con un importante saggio critico di Silvia Ronchey e con la prima bibliografia completa delle opere di Hillman in italiano, diviene così l’introduzione ideale a uno dei pochissimi pensatori di oggi davvero capaci di rivoluzionare le nostre concezioni, il nostro modo di essere, questo mondo.” (Dal risvolto di copertina)
 
 
James Hillman (1926-2011) è uno dei grandi filosofi contemporanei oltre che il più illustre esponente della psicanalisi di matrice junghiana. Allievo diretto di Carl Gustav Jung e dopo di lui direttore dello Jung Institut di Zurigo, ha insegnato nelle università di Yale, Syracuse, Chicago e Dallas. Tra le sue opere ricordiamo il Saggio su Pan (1977), Il mito dell’analisi (1979), la Re-visione della psicologia (1983), Anima (1989, nuova edizione 1999), Il codice dell’anima (1997).
 
 
Incontro con James Hillman. 


Altro su questo volume:

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  • Il Foglio | 25/11/1999 | L'anima del mondo

    Poiché sono immortali, gli dei sopravvivono. Ermes dai calzari alati, il solerte messaggero degli dei, vive il suo gran momento. Con Internet e la globalizzazione non ha neppure troppo tempo da dedicare alla carica onoraria di protettore dei ladri e del commercio. Anche se la televisione, il mezzo con cui ama manifestarsi, ha perso qualche punto rispetto al web, Marte prospera nelle esplosioni, nelle macchine che corrono a velocità spaventosa, nelle sparatorie, perfino nella Tv dei ragazzi. Venere è ancora lì, ci aspetta nelle donne nude della pubblicità, tra i banchi di cosmetici e profumi della Rinascente, ha le sue sacerdotesse nelle commesse ammiccanti. Imperterrita è la matronale Era, ostinata patrona dei valori tradizionali, della famiglia e del naso arricciato. Sono gli dei che ritornano. Come ha detto Carl Gustav Jung, sono gli dei “scacciati dalle nostre religioni che ritornano nelle nostre malattie, nei nostri sintomi”. E però malsano rimpiangere un buon tempo andato che non è mai esistito, avverte James Hillman, psicologo di formazione junghiana. Si rischia di trasformarsi in Saturno, misoneista mangiatore dei suoi stessi figli, si rischia di consegnarsi al senex, al principio della vecchiaia che è in noi.


    “L’anima del mondo” non è un saggio, ma una conversazione. Con Hillman conversa Silvia Ronchey, antichista, storica delle religioni, esperta dell’antica civiltà bizantina e dei moderni mezzi di comunicazione di massa. Come in tutte le conversazioni, anche in questa i temi si accavallano, la tensione sale, scende, torna a salire. Nel genere letterario della conversazione i pregi e i difetti coincidono. L’insistenza su un tema diventa immediatamente leggibilità, cordialità. Per chi non conosce Hillman è un’ottima introduzione. Per chi è sempre pronto a stupirsi per la stupidità del mondo contemporaneo è una lettura terapeutica, salutare.


    Silvia Ronchey provoca, parla di Nuova Ignoranza, di perdita di riferimenti seri dovuta alla “diffusione di una pseudocultura che abitua la massa alla banalità, consegnandola alla demagogia e al populismo”. Risponde Hillman: “Non so se si tratta di perdita di ritualità, di ignoranza”. Bisogna stare attenti alle tentazioni di Saturno, nei giovani c’è un “desiderio di ritualità, di bellezza, di musica, c’è l’emozione di uno per l’altro”. Silvia Ronchey inziga. E “le folli corse in macchina all’uscita della discoteca?” E le droghe pesanti? E i “nuovi riti di iniziazione?”. Non è roba contemporanea, risponde lo psicologo sociale. I giovani hanno sempre cercato di andare il più veloce possibile.


    Non correva Fetonte con il suo carro incontro al sole? Non precipitò Icaro, nonostante i buoni consigli? Non voleva Persefone scendere nel mondo infero? “Se abbiamo una grande inquietudine, quello che gli psicologi chiamano ‘un problema’, il primo passo per uscire dal problema è realizzare che al centro... c’è un mito”. E’ un’operazione terapeutica perché è un modo di rendere meno individuale la psiche, di trasformare un problema individuale in una tragedia, in senso classico.


    Stimolato dalla conversazione Hillman illustra nella loro ricchezza le sue concezioni: il ritorno al pensiero mitologico del Sud Europa come antidoto al mortificante pensiero puritano del Nord, la riscoperta dell’anima comprensiva contro lo spirito catalogatore, l’ossessione nordica della sicurezza in cui il terrorista fa irrompere di nuovo la morte, il percorso che gli ha fatto recuperare il pensiero di Marx. Senza dimenticare di ricordare a ogni passo di non essere un filosofo o un ideologo, ma uno psicologo. In un’ampia appendice, Silvia Ronchey, svestiti i panni dell’avvocato del diavolo, illustra in un saggio i cardini del pensiero dell’autore del “Saggio su Pan” e del “Codice dell’anima”.



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