Scrittori: vite perfette come Haiku
Ah, se le enciclopedie fossero scritte così! Costruendo 65 profili di «persone illustri» per Il guscio della tartaruga (Nottetempo), Silvia Ronchey rende avventuroso e animato il ritratto erudito. Ecco cheDickens non è catalogato come «scrittore», ma come «insigne creatore di mondi»; e Kerouac è «un romanziere, un etilista, un poeta, un vagabondo, un campione di football». La voce sull’autore di Madame Bovary si apre così: «GustaveFlaubert fuuneremita ».Ogni pagina sorprende: per ritmo e vivacità di scrittura. Per come lascia scopriredettagli, gesti e istanti in cui si riassume lo spazio di una vita.Ma niente è lasciato al caso: il segreto di Ronchey è nel suo affidarsi alla voce dei personaggi e da lì cavare lamateria di biografie che diventano «haiku». Contano, perciò, anche i corpi (vedi Balzac), gli sguardi, le piccole cose che riassumono una visione del mondo. Le convinzioni: «Secondo Baudelaire le tenebre sono verdi», «secondo Hofmannsthal tutto ciò che si esprime è indecente».Viteperfette,dunque: nel senso della compiutezza; nel senso della scrittura che, a posteriori, perfettamente, le salva.