Silvia Ronchey: il gioco della tartaruga
Quello di Silvia Ronchey é un libro oggetto. Un bellissimo oggetto da tenere sul tavolo del salotto, sfogliarlo quando si vuole, farlo leggere agli amici. Si perché è un lavoro straordinario ed agile, in cui l'autrice ripropone la biografia meno conosciuta di personaggi che hanno fatto la storia.
Vediamo. Flaubert ha una vestaglia scarlatta ed è sul suo divano a fumare la pipa. Gide invece aveva una natura felina e secondo lui "gli uomini dovrebbero essere ben più felici di quanto lo siano". Agostino invece, da ragazzo "si imbestiali'" in amori diversi e tenebrosi. "Il guscio della tartaruga" (ed. Nottetempo) ha la qualità di mettere a nudo i lati deboli di personaggi la cui personalità reale è stata sopraffatta da quell'immaginario collettivo che li ha collocati diversamente da quel loro essere persone, con le loro debolezze, con le loro virtù poco note. Da Saffo a René Guénon Silvia Ronchey attraversa secoli di storia regalandoci un testo prezioso dal carattere anche divulgativo. Non a caso sul sito della casa editrice è allestito un vero e proprio gioco a indovinelli che ricostruisce questo mosaico di personaggi.
"Queste vite hanno un segreto - dice Ginevra Bompiani in una nota al testo - tutte le vite ce l'hanno,quelle che non si raccontano ancora di più di quelle che si raccontano. Ma anche il racconto ha i suoi segreti. Il guiscio della tartaruga è il segreto di queste vite".
Frasi, citazioni, descrizione fisica. "Zenone aveva il collo piegato di lato - scrive la Ronchey - come le sante in estasi o come gli epilettici". E ancora "Voltaire era piccolo e magro, aveva un lungo naso ed occhi arguti…. Resto' sempre , anche quando fu curvo e sdentato, un seduttore. Si senti' sempre, anche quando fustigo' gli aristocratici dei salotti, un aristocratico del pensiero".
Silvia Ronchey ha praticamente tolto dalla naftalina la biografia tradizionale per restituire freschezza a personaggi che tutti conosciamo, che abbiamo studiato a scuola, o che sono nel nostro bagaglio di interesse culturale. Un libro senza un target preciso. Da far leggere al nipotino piuttosto che sfogliarlo in quei dieci minuti di relax. Ogni capitolo è breve, scorrevole, veloce. All'autrice, non nuova nel mondo della saggistica, va il merito di aver reso accattivante la cultura con semplicità e intelligenza, operazione che di questi tempi è veramente preziosa.