Cristi di oscure speranze
intervista di Silvia Ronchey e Giuseppe Scaraffia
2009
Claude Lévi StraussNottetempo
In quest’intervista rilasciata nel 1998 nella sua casa di Parigi, Claude Lévi-Strauss affronta temi fondamentali, dalla dieta vegetariana contrapposta a quella carnivora alle metamorfosi della famiglia nell’epoca contemporanea. Il grande antropologo evoca inoltre la sua infanzia e la sua formazione famigliare, l’intenso rapporto con la musica, gli studi e gli ambienti accademici, il congedo dalla carriera universitaria, l’importanza della scrittura narrativa per la ricerca, l’orientamento morale nell’avventura della vita e del mondo. Ricorda la scimmietta Lucinda, sua compagna durante le esperienze sul campo tra le tribú primitive del Brasile. A cento anni dalla sua nascita, Claude Lévi-Strauss è sempre un fine interprete del nostro tempo e del mondo a venire, e da questa fulminante intervista, fra le ultime rilasciate dal grande antropologo, emerge il ritratto di un pensatore-viaggiatore, di un ateo lucido e di un moralista disincantato.
Claude Lévi-Strauss (1908-2009) è il più grande antropologo del Novecento. Dal 1959 all’82 ha tenuto la cattedra di Antropologia Sociale al Collège de France. Accademico di Francia dal 1973, ricordiamo fra le sue opere tradotte in italiano: Tristi tropici (1960), Il pensiero selvaggio (1964), Il totemismo oggi (1964), Antropolgia strutturale (1966), Guardare, ascoltare, leggere (1994). Con Nottetempo ha pubblicato Tropici piú tristi.