S. Ronchey, Lo stato bizantino. Seconda edizione, Torino, Einaudi, 2019
Questo libro, concepito come manuale per l’insegnamento universitario della Civiltà Bizantina ma anche come introduzione alla materia destinata ai ragionamenti del pubblico colto, si propone un obiettivo duplice quanto circoscritto: (1) far emergere il senso del millenario esperimento bizantino nella storia dell'idea di stato e nella parabola della geopolitica; (2) avvicinare i lettori alla conoscenza di Bisanzio riscattando la storia della sua civiltà dai luoghi comuni del “bizantinismo” e liberandola dai tenaci fantasmi prodotti da una millenaria rimozione ideologica. Le caratteristiche dello stato bizantino vengono esposte analizzando (a) le sue strutture, enunciate nella Parte prima (Il tempo, Lo spazio, Le strutture economiche); delineandone (b) l’evoluzione, nella Parte seconda, in cui la storia evenemenziale di Bisanzio emerge quale sottotesto di un’analisi dello svilupparsi dell’ideologia del potere autocratico, del pensiero politico bizantino e delle sue dottrine, della legislazione imperiale e del suo impatto sociale, dei meccanismi di selezione e circolazione delle élites, dei rapporti tra centro e periferia e tra stato e chiesa, della parabola economica e dell’impatto sul sistema bizantino del nascente protocapitalismo occidentale dei traffici; nonché, infine, rintracciandone (c) l’oltrevita, nella Parte terza, in cui la storia della storiografia su Bizanzio si intreccia con quella della fortuna e delle reviviscenze del modello politico bizantino tra XVII e XX secolo, con un’insistenza sul dibattito della scuola economico-sociale russa, poi sovietica, cui si rifà il pensiero storico di A.P.Kazhdan: al suo insegnamento la concezione e il taglio trasversale del breve volume inevitabilmente si ispirano, e alla sua memoria è infatti dedicato.
La Nota sull'italianizzazione dei nomi di famiglia dei Bizantini Eminenti, premessa al testo, torna brevemente sui problemi con i quali l'autrice si era a suo tempo misurata nella stesura del volume l'Aristocrazia bizantina, scritto a quattro mani con A.P. Kazhdan, e ripropone i criteri empirici ivi adottati, dettati da considerazioni grammaticali ma anche dal buon senso e dalla volontà di conciliare la correttezza morfologica, il rispetto delle abitudini della comunità scientifica e insieme l'esigenza di non complicare la lettura. In quanto tali, i criteri enunciati nell' Aristocrazia erano stati ufficialmente adottati per i testi bizantini della Fondazione Lorenzo Valla. Prendendo atto del consenso della comunità scientifica, l'autrice ha seguito i medesimi criteri anche per questo volume.
RECENSIONI
R. Nicosia in Mediterraneo antico 2002 (5, 1), pp. 388-391
A. Barbero in Storica 2002 (22), pp. 163-171
M. Gallina in L’Indice dei libri del mese novembre 2002 (11), p. 27
CITAZIONI
G.L. Coluccia, Basilio Bessarione: lo spirito greco e l’Occidente, Firenze, Olschki, 2009, pp. XXI-XXII
P. Schreiner in “Byzantinische Zeitschrift” 2002 (95), p. 801