Amori e versi di Sibilla Aleramo
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Il Novecento è stato ìl secolo delle donne e niente lo testimonia di più della vita e delle opere di Sibilla Aleramo, che allo scoccare dei secolo aveva poco più di vent'anni e che sei dopo, nel 1906, avrebbe raccontato, in Una donna, la storia di un'emancipazione protofemminista ben più sofferta e difficile di qualsiasi altra si possa concepire oggi. Ma Sibilla Aleramo, nome d'arte inventato da D'Annunzio per l'esile e ardente Rina Faccio, si considerava prima di tutto una poetessa. Di poeti ne aveva amati molti, dal melanconico e stravagante Vincenzo Cardarelli al geniale e folle Dino Campana, passando per i due Giovanni, Boine e Papini, e seguitando con molti altri fino a una gloriosamente seduttiva vecchiaia. Spesso, così, nel campo della poesia, si menzionano più i suoi amori che i suoi talenti, pur essendo i secondi non meno impetuosi e grandi dei primi. Lo prova adesso la nuova edizione completa dei suoi versi (Tutte le poesie, Oscar Mondadori, pp. 208, €7,80); anche se il curatore Silvio Raffo, forse geloso detta sua eroina, ne sottovaluta influssi determinanti: come si fa a definire Campana «poeta sì, ma non certamente di spicco"?