Anche gli statisti possono insegnare
Il summit di Montreal: un nuovo modo di parlare di storia. Intervista a Francois Bedarida
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Partecipando ai lavori per via telematica Geremek ha accettato di sperimentare «un nuovo modo di parlare di storia», come ha dichiarato Francois Bedarida, professore di storia contemporanea a Parigi, italianista, segretario generale del Congresso.
Professor Bedarida, è stato lei a escogitare questo esperimento «orwelliano: messaggi su megaschermo inviati da storici-politici agli storici-storici, tra cui la sua intervista con Mitterrand. Pensa che questo «nuovo sistema per parlare di storia al mondo esterno», come l'ha definito, abbia un avvenire?
«E stato un esperimento forse meno terrificante di quello del Grande Fratello. L'intenzione era di comprendere, in un quadro scientifico e sereno, come due personalità importanti del nostro mondo abbiano integrato il loro sapere storico all'azione e alle strategie politiche. Questo prototipo avrà un futuro. E' naturale che gli storici si adeguino ai nuovi mezzi di comunicazione. I video sono stati realizzati per il Congresso di Montreal, ma fin dall'inizio ho pensato che avrebbero potuto diventare le schede iniziali di una sorta di image-book destinato alla formazione del futuri storici nelle università».
Ma lei pensa che i personaggi politici possano veramente insegnare la stona?
«Ai politici si chiede non di fare storia, me di fare la Storia, si chiede loro di prendere decisioni per l'avvenire, che tengano conto, tuttavia, del bilancio tracciato dagli storici. La storia mostra le grandi linee, il politico deve inventare il proprio cammino senza basarsi solo sul passato, se non vuole rischiare una catastrofe. Tuttavia nel suo video, Mitterrand sostiene che la storia e fatta dalle personalità, in contrasto con la visione critica di molti storici, secondo cui la storia è tessuta dalle forte collettive».
Eugen Weber, storico dell'Ucla, ha contestato l'ottimismo di Geremek sulla possibilità di raggiungere la verità. «Lo storico è un pessimista di professione - ha detto - e sa che alla fine a prevalere è la menzogna».
E' d'accordo?
«No, sono convinto con Geremek che l'obiettivo dello storico dev'essere la verità, ben sapendo che non la si raggiungerà. Alla verità non si arriva, ma vi si avvicina, cosi come non si possiede l'oggettività, ma si fanno sforzi per accostarvisi. Dati questi limiti, se non si mantiene tuttavia la verità come obiettivo si apre la porta alla mistificazione ideologica».