Chi pensa alla Assisi slava?
Il dramma dei monasteri serbi in Kosovo
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Nella tragedia postbellica del Kosovo c'è un dramma solo apparentemente minore e accessorio, che si sta ancora consumando: quello degli antichi metochia, i monasteri legati al Patriarcato serbo di Pec. Agli interrogativi e alle preoccupazioni sulla loro sorte l'informazione non ha dato finora abbastanza rilievo, a causa anche del grande riserbo della Chiesa ortodossa, dopo le accuse di collaborazionismo lanciate dalla stampa occidentale, dettate da scarsa comprensione di quello che Julia Kristeva ha chiamato il nichilismo politico dell'uomo ortodosso. Le autorità ecclesiastiche si sono chiuse in un ostinato silenzio, rotto pochi giorni fa dalle dichiarazioni del Patriarca Pavle, che pur schierandosi contro Milosevic ha ribadito la condanna dei bombardamenti occidentali. Dopo la battaglia di Kosovo Polje, nel 1389, e la definitiva penetrazione, nel 1448, dell'etnia turca nel mondo bizantino-balcanico, tutta la cultura greca e serba, dai trattati teologici alle ballate popolari, prese a tramandarsi una congettura ossessiva: che il principe Lazzaro, il grande sconfitto, si sarebbe alzato per continuare la liturgia interrotta nella chiesa che è il simbolo della tradizione cristiana nel inondo balcanico, il fulcro della spiritualità ortodossa: nel monastero di Décani, lo stesso che le truppe di interposizione hanno dovuto difendere dai guerriglieri dell'Uck. Il mondo dei turchi, è andata ripetendo da 500 anni la tradizione popolare del Kosovo, sarà provvisorio. Lazzaro risorgerà, alla fine della storia, e la fine della storia sarà così una rinascita dei tempi, una ricostituzione insieme dello Stato serbo e dell'identità occidentale alterata dai turchi nelle sue ultime fibre. Chiese devastate, icone, oggetti di culto, paramenti, documenti, libri distrutti: da secoli la violenza etnica coinvolge le centinaia di conventi, chiese, eremitaggi, tombe di antichi sovrani e santi monaci che danno il nome di "Terra sacra" - spiega il bizantinista Antonio Rigo, massimo esperto italiano in materia - alla parte più alta e occidentale del territorio costituito dopo la II guerra mondiale quale regione autonoma della Serbia, con la denominazione di “Kossovo e Metohija", parola clic deriva dal greto metochìon e sta a indicare appunto le proprietà monastiche. I grandiosi cicli di affreschi murali, che risalgono al XIV secolo, non hanno uguali nel mondo ortodosso e sono paragonabili per importanza soltanto al ciclo di Assisi. E’ soprattutto a causa della perdurante valenza politico-simbolica propria di tutta l'arte, se decrittata che i monasteri del Kosovo sono stati recentemente incendiati, i monaci rapiti, le inoliatile disperse, proprio come fecero i turchi a Costantinopoli. Con la differenza clic, ora, la fazione dci devastatori potrebbe apparire sostenuta dagli europei, dal momento che perfino il Wall Street Journal a suo tempo ha pubblicato in prima pagina le sue recriminazioni politiche sulle passate scelte di campo del Patriarcato Serbo.