I ribelli di Villon
Geremek nei bassifondi della Parigi del Quattrocento
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Nel quindicesimo secolo a Parigi, il maggior centro universitario d'Europa, la disoccupazione intellettuale aveva assunto dimensioni allarmanti. Da tempo gli studi medio-superiori, oltreché le facoltà specificamente universitarie, erano stati aperti a quelle che per l'epoca erano masse. Uno folla di studenti di estrazione contadina o piccolo borghese si era unita ai figli delle élites nobiliari e mercantili. Di conseguenza la tonsura, che testimoniava lo status di chierico, cominciò a venire ostentata da molli e a non valere che poco, sorta di odierno diploma di laurea. Essere chierici non solo consentiva ma semplificava, per vizioso meccanismo o costume burocratico, l'esercizio delle attività secolari, con la sola eccezione dei mestieri di macellaio e di oste. Inoltre, poiché garantiva indulgenze e privilegi nei processi - sempreché vi fossero «pentimento» e delazione - particolarmente se ne servivano briganti e assassini: a volte si tonsuravano a vicenda direttamente nelle carceri, in attesa di giudizio.
Al contrario una tonsura autentica e un diploma di maitre, mentre servivano a entrare nelle comuni professioni, ben poco aiutavano chi volesse applicarsi realmente alla professione intellettuale, alla quale il lungo studio indirizzava, o intraprendere la carriera pubblica, per la quale, pure, l'istituto universitario qualificava. Un trentenne poteva «essere membro dell’intelligencija, possedere ogni titolo, ma aspettare senza successo qualche beneficio, nell’amministrazione o a corte», nè d'altra parte voleva smettere d'aspirare a un lavoro intellettuale e andarsene dalla grande città. Trentenne era allora il maitre ès arts Francois Villon.
Bronislav Geremek, uno dei maggiori medioevisti viventi, è fors'anche lo storico contemporaneo in cui più evidente è la capacità o volontà d’instaurare un nesso tra lo studio del passato e la realtà incalzante di questa fine di secolo. Allievo di Braudel, legato alla scuola delle Annales, negli Anni Ottanta Geremek ha partecipato come consigliere di Solidarnosc alla lotta per il rinnovamento politico della Polonia.
Dalla celebre e più ampia monografia sui Marginaux parisìens Geremek ha tratto questo saggio sui Bassifondi di Parigi e il mondo di Francois Villon, che in realtà ruota attorno al fenomeno del distacco d'intellettuali e studenti dalle istituzioni politiche ed universitarie e dalla stessa vita sociale. Nella generazione successiva all’ampliarsi del reclutamento studentesco, la contestazione «organica», tipica della fine del Trecento - con le dimostrazioni, gli scioperi universitari. i duri e continui scontri fra guardie c studenti sulla rive gauche tra il 1365 e il 1407 - appare infatti evolvere in un crescente rifiuto della politica organizzata. Fu una reviviscenza isolata, nel 1453, il grande sciopero universitario del Petau-Diable, che durò un anno intero coinvolgendo «in piena solidarietà» studenti e professori, e procurando la vittoria finale dei chierici sul prevosto del re.
In realtà, sostiene Geremek, «l'ambiente che ebbe come bardo Francois Villon non avanzava nessun programma e non dimostrava sentimenti di solidarietà collettiva», ma un generalizzato contrasto con le istituzioni, sino al banditismo e alla criminalità comune, praticati da varie fasce professionali e studentesche. Ciò riguardava non solo le fasce meno abbienti, ma anche quelle di estrazione aristocratica o alto borghese, come dimostrano i casi di Regnier de Montigny e Olin de Cayeux, entrambi amici di Villon, cantati nelle ballate e nel Testament. Nè riguardava solo le fasce meno colte, come mostrano i documenti d’archivio che Geremek utilizza per la biografia del poeta, da essi definitivamente illuminata in tutte le sue hontes : il furto al College de Navarre, di cui addirittura la composizione del Lai costituirebbe un intenzionale alibi; la frequentazione di quelli che si definivano «compagni annali», destinatari delle famose ballate in gergo; la lunga latitanza negli ambienti clandestini, tra i bassifondi della Parigi postribolare e patibolare del titolo e la segreta e mobile rete provinciale dei «finti pellegrini» di Santiago di Compostela, con lo quale Villon si tenne in contatto prima di far perdere definitivamente le sue tracce il 5 gennaio 1463.
La redazione originale polacca dei Bassifondi di Parigi e dagli studi da cui essi derivano risale a quel periodo a cavallo tra la fine degli Anni Sessanta e l'inizio dei Settanta in cui le poesie di Villon si ristampavano e i cantautori le mettevano in musica. In questo secolo, che Geremek in realtà predilige, folle giovanili molto più grandi, studenti e giovani professori di scuole superiori e università per la prima volta veramente di massa, hanno trovato un simbolo nel poeta bandito, un manuale di sopravvivenza nelle ballate che il giovane «bruno e secco», da chierico divenuto goliardo e poi assassino, dedicò agli amici su cui pendeva l'ombra della forca: la banda annata dei Coquillards, «almeno mille», con la loro rigida struttura gerarchica, l'esoterismo dei costumi, la lingua segreta, un miscuglio di poeti e barbieri, ex frati o maestri di scuola, ma anche di guardie del re e bene addestrati mercenari di turbolenti reami stranieri.